Bon ton: la prima, vera lezione di marketing
Oggi viviamo in una società piuttosto complessa, in cui ognuno si trova a dover gestire molteplici relazioni sociali, sia nella vita privata, sia in quella professionale. E ciò a volte non è semplice.
Usare quindi il bon ton, ovvero la cortesia nel rapportarsi con agli altri, è una di quelle cose da tener presenti in tutti i momenti della nostra vita per rendere più piacevole ogni relazione, per vivere e lavorare meglio.
Purtroppo oggi in pochissimi praticano le buone maniere, e questo ce lo confermano numerose indagini, dalle quali emerge che solo una percentuale molto bassa di persone intervistate riceve una buona accoglienza.
Un dato questo sconfortante, considerando che le buone maniere sarebbero un investimento davvero a basso costo e facilmente praticabile… Ma evidentemente non per tutti.
Quindi, anche se la parola bon ton ci appare d’altri tempi, oggi è più che mai attuale e non ha niente a che fare con le regole di un rigido galateo, ma rappresenta piuttosto, per chi lo applica, un ascensore per il successo. Dunque chi lo mette in pratica…parte già avvantaggiato! Quindi non demordiamo, anche se a volte ci sono giornate difficili!
I nostri gesti, le nostre parole, i nostri sorrisi e – aggiungerei – anche i nostri silenzi sono il modo in cui noi ci raccontiamo agli altri, e sfido chiunque a non volerlo fare al meglio! Sia nella vita privata che nel lavoro. Ancor più quando si tratta di raccontarsi a un pubblico ampio, che potrebbe diventare la nostra fedele clientela.
Entra così in campo la business etiquette, che si occupa delle relazioni umane in ambito professionale e che con i suoi principi mira a mettere in atto una nuova forma di accoglienza, in grado di considerare la vendita sempre più come un’esperienza di relazione, che riguarda la trasmissione di un valore – da chi produce e vende il prodotto a chi lo acquista – e coinvolge le emozioni.
Dobbiamo pensare di offrire un servizio a cinque stelle, andando oltre le buone maniere, con un atteggiamento rispettoso, amichevole, ma pur sempre professionale, e che mette in primo piano sia il cliente, sia chi sta dall’altra parte del bancone e rappresenta, prima ancora dell’azienda, un individuo con un nome, cognome, una reputazione, le sue competenze e peculiarità.
Mai scordare l’importanza della prima impressione, perché è una fotografia indelebile. Non vorrei spaventare ma… “non esiste una seconda occasione per fare una prima buona impressione” e questo vale sempre! Attenzione quindi all’aspetto visivo (come ci presentiamo e la nostra gestualità), che influisce, per nostra fortuna o sfortuna, per il 55%! Poi a quello vocale (il tono di voce, la chiarezza) e infine verbale (il contenuto che esprimiamo), che influisce – ahimè – solo per il 10%! Potremmo definire la business etiquette come l’arte dell’attenzione, che parte dal saluto e via via si esercita in messaggi del corpo (la postura, il sorriso) e atteggiamenti (un approccio umile, la propensione ad ascoltare e capire chi abbiamo davanti) per arrivare a emozionare.
In sintesi: dobbiamo imparare a usare di più il cuore nelle relazioni… E un ultimo consiglio: ricordiamoci sempre il nome della persona con cui ci stiamo relazionando: il nome è il suono più dolce e importante in qualsiasi lingua! Una coccola che non ha eguali e che permette di elevare al massimo la relazione.
Buona giornata e buone maniere a tutti!