Caffè americano o caffè filtro: sono la stessa bevanda… oppure no?
Sebbene l’aspetto possa trarre in inganno, si tratta di due prodotti molto diversi.
Il caffè americano affonda le proprie radici nel periodo della Seconda Guerra Mondiale: la tradizione vuole che i soldati americani, sbarcati in Italia durante i combattimenti bellici, allungassero con acqua calda l’espresso italiano poiché ritenuto troppo forte ed inteso per il proprio gusto.
Ancora oggi il caffè americano viene preparato così: un doppio espresso in tazza grande, servito con acqua calda a parte.
Il caffè filtro invece ha origini più lontane: da sempre il caffè si è gustato come infusione in acqua di caffè macinato, ma presentava il problema di fastidiosi residui che disturbavano la degustazione.
È con Melitta Bentz, casalinga tedesca vissuta all’inizio del 1900, che avviene la rivoluzione: dopo aver osservato l’azione filtrante dei fogli di carta del quaderno del figlio, decise di impiegare degli innovativi filtri in carta per trattenere i residui di caffè e realizzare un prodotto più gradevole al palato. In seguito poi, portò a realizzazione anche una macchina in grado di filtrare quasi perfettamente il caffè ed eliminare i suoi residui.
Oggi il caffè filtro viene realizzato con una macchina chiamata Bunn, in cui vengono inseriti caffè macinato e acqua; si tratta di un prodotto meno corposo, in cui si percepisce una componente più gradevole ed aromatica.
Per la preparazione del caffè filtro, in Diemme utilizziamo Caffè Lungo: una miscela 100% Arabica tostato e macinato per estrazioni a filtro, tra cui V60 e Chemex.
E tu, conoscevi le differenze tra caffè americano e caffè filtro?
Approfondisci queste e altre tecniche di Estrazioni Alternative all’espresso con i corsi proposti dalla nostra Diemme Academy.