Latte Art, ovvero l’estetica del cappuccino

Uno degli ambiti che più di tutti in caffetteria sa unire gradevolezza estetica, abilità del barista e attitudine creativa è quello della Latte Art: un insieme di tecniche usate per decorare cappuccini ed espressi macchiati mediante la creazione di disegni e forme sulla superficie della bevanda.

L’invenzione della Latte Art viene generalmente attribuita al barista veronese Pierangelo Merlo, verso la fine degli anni ‘70. Fu però David Schomer, barista di Seattle appassionato di fotografia ed estetica, a renderla popolare verso la fine degli anni ‘80. Oggi sono sempre di più gli operatori del settore interessati a frequentare corsi di formazione specializzati per apprendere i segreti della Latte Art, che oltre a consentire una maggiore personalizzazione delle preparazioni a base caffè, è in grado di suscitare emozioni nel consumatore, predisponendolo quindi alla degustazione.

Ma come si realizzano le decorazioni? Occorre innanzitutto partire da un caffè espresso con un’ottima crema e da una montatura omogenea e ben compatta del latte, versato in lattiera, mediante la lancia vapore. Segue poi la fase di versamento della schiuma di latte in tazza: dopo la prima colata, che si posiziona sotto la crema del caffè, il barista decide quale motivo e quali sfumature realizzare muovendo la lattiera.

Tra le diverse tecniche, quella più utilizzata è sicuramente il free pouring o versaggio libero, ma utilizzando altri materiali si possono ottenere anche disegni più complessi, colorati o tridimensionali: è il caso delle tecniche dell’etching (con cui si creano incisioni e riporti di schiuma mediante un pennino), del painting (in cui si usano pennelli e coloranti alimentari), del topping o della tecnica 3D.

Non solo cuori, foglie e simpatici orsetti, quindi: il repertorio di figure è oggi molto vasto, e comprende tulipani, cigni, motivi geometrici, fino a realizzazioni uniche, tanto da rappresentare vere e proprie opere d’arte.